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COVID-19 Trovato negli Animali Selvatici: La Necessità di Monitoraggio Inter-Specie

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Credit: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI) CC BY 2.0

Gli scienziati hanno recentemente scoperto che il SARS-CoV-2, il virus responsabile della COVID-19, ha infettato varie specie di fauna selvatica. Sono stati effettuati test su 23 specie, e sei di esse, tra cui i topi cervi e i procioni, sono state trovate positive al virus. Lo studio, che ha coperto regioni della Virginia e del Washington D.C., ha mostrato che la fauna selvatica vicino a zone con alta attività umana aveva maggiori probabilità di contrarre l'infezione. I ceppi virali rilevati in questi animali corrispondevano strettamente a quelli circolanti negli esseri umani, suggerendo una recente trasmissione dall'uomo agli animali.

Le origini della COVID-19 rimangono un argomento dibattuto. Mentre alcune teorie propongono che il virus possa essere fuoriuscito da un laboratorio, altri credono che sia emerso naturalmente dagli animali. Queste nuove evidenze di esposizione diffusa nella fauna selvatica aggiungono complessità alla comprensione degli inizi del virus. Sottolineano anche la necessità di vigilanza nel monitoraggio sia delle popolazioni umane che di quelle animali per controllare la diffusione della COVID-19.

Comprendere come il SARS-CoV-2 si diffonda tra le specie è fondamentale. Tale trasmissione interspecie potrebbe portare a nuove mutazioni del virus, rendendo più difficile gestire la pandemia. Gli scienziati sono concentrati nel monitorare queste interazioni per prevenire futuri focolai e proteggere la salute pubblica. Questa ricerca in corso è essenziale per ottenere informazioni sul comportamento del virus e le potenziali minacce future.

Nature Communications, 2024; doi: 10.1038/s41467-024-49891-w